Il populismo applicato al mondo del gioco d’azzardo
Populismo: termine forse inflazionato, special modo in questo periodo storico e durante l’attuale Esecutivo Giallo-Verde che lo applica in tutto il suo splendore, in ogni settore. Sembra quasi “un condimento” gustabile su tutti i “panini” e del quale, purtroppo però, non si riesce più fare a meno e che ha incontrato, oltre tutto, il favore di tante persone che lo perseguono con profonda pervicacia. Ma sarà un bene o sarà un male? O forse sarà solo naturale quando una popolazione come quella italica vive un momento di “confusione totale” e dove si riesce molto facilmente a fare breccia con discorsi a volte eclatanti per arrivare a “spingere” ed a far comprendere un certo tipo di indirizzo. Ovviamente, quando regna incertezza, confusione e paura diventa “un gioco” entrare nelle menti con discorsi “ben studiati ad hoc” che non fanno altro che sviscerare quei problemi che tutti vorrebbero risolvere, ma che non hanno la forza di affrontare per arrivare ad un fine concreto: fine od obbiettivo che vorrebbe raggiungere tutto il popolo.
Ecco, quindi, che il termine populismo, quello al momento più inflazionato, brilla nella sua esaltazione che fa percepire una realtà che invece non lo è: al “risveglio”, però, ci si rende conto che diventa necessaria la concretezza che è ciò che “muove il mondo”, il mondo giusto che fa crescere e perseguire tutti gli obbiettivi che si vogliono raggiungere sfrondando quell’alone di esaltazione che a volte fa anche bene, ma in piccole dosi, altrimenti conduce tutti in un percorso “effimero” che ci lascerà alla fine a mani vuote. Ed ecco, ancora, che quando si sente parlare di sicurezza, nel senso più ampio della parola ci si infervora ai discorsi di inasprimento delle pene, a quelli sull’autodifesa, con larga tolleranza decisa proprio dall’attuale Esecutivo sino ad arrivare alle manifestazioni di piazza. La sicurezza è un tema che tocca tutti i cuori perché si è costretti ad assistere ad episodi violenti, purtroppo sempre più frequenti, ed in “cuor nostro”, forse, quasi tutti vorrebbero detenere un arma per potersi difendere.
Ma si sa che non è questa la via poiché l’esperienza di altre realtà, dove le armi sono frequenti presso la popolazione, non porta più sicurezza, anzi: però è anche un discorso che sempre più spesso sta registrando un consenso popolare senza precedenti e che, forse, sorprende anche un po’. Certo, è un consenso abilmente alimentato dalla paura, dall’emozione e che richiede soluzioni efficaci e, sopratutto, immediate anche se questo porta a forzare i limiti al potere esecutivo: ed è troppo ovvio verificare che chi possiede una risposta dura conquista l’opinione pubblica ed i risultati relativi ai consensi che raccoglie il nostro Ministro degli Interni sono palesi anche se viene, a volte, anche contestato duramente. Quindi, è questa la spiegazione del termine “populismo”, per indicare quella propensione dei governi, appunto populisti, a trasformare questioni di disagio sociale in questioni di “legge ed ordine”?
Ne segue che chi mette in atto la strategia operativa mette a tacere la politica della prevenzione, perseguita dalla democrazia: e, forse, è per questo che viene messo in discussione a volte il nostro vice premier Salvini che sembra imporre quasi con la forza alcune decisioni “forse un po’ forti”, sentendosi appellare con il termine “dittatore” da taluni, mentre da altri si leva forte e chiaro (e pieno di consensi) un elogio alla concretezza. Si può prendere ad esempio la questione dei migranti ed il blocco dei porti che ha comunque raggiunto lo scopo di far diminuire, in proporzione ai tempi che furono, l’ondata di sbarchi da ogni dove e con qualsiasi provenienza o motivazione. Nel nostro Paese, il populismo penale trova molte applicazioni: quella più attuale ed evidente è rappresentata, senza ombra di dubbio, dal gioco pubblico, catalogato troppo facilmente come “piaga sociale” e messo sotto accusa e quali espulso dai relativi territori “di appartenenza”, con uno dei primi provvedimenti dell’Esecutivo Giallo-Verde, il celeberrimo Decreto Dignità che, in modo assolutamente scellerato ha imposto un divieto di pubblicità così limitativo e punitivo quanto insensato.
É stato per questo oggetto di un parere particolare da parte dell’Autorità Garante delle Comunicazioni per ridiscuterne una sorta di perimetro sulla base di alcune considerazioni che spaziano dalla coerenza normativa rispetto al diritto nazionale e, sopratutto, comunitario, al principio di proporzionalità ed al diritto di impresa che applicato al gioco sembra quello più rilevante. Le imprese, infatti, hanno messo in campo le loro “capacità economiche” per acquisire una concessione che consente di offrire il prodotto gioco per conto dello Stato ed, in pratica, oggi non sono più in grado di poter esercitare questa possibilità, visti i limiti e le restrizioni cui sono soggette le attività ludiche. Senza dimenticare, altresì, che viene ad essere minata la sicurezza che un Governo dovrebbe garantire, tenendo conto dei disagi relativi all’ordine pubblico che possono discendere da una sparizione totale dell’offerta del gioco pubblico, e quindi lecito, in un Paese in cui, purtroppo, è ancora diffusa l’illegalità.
Il “fare” dell’Esecutivo nei confronti del gioco è stata, quindi, una sorta di mannaia che sta mettendo da un lato in ginocchio il settore dei giochi, ma dall’altro per l’opinione pubblica denota segnali di forza e di concretezza: in realtà questo tipo di soluzioni, che soluzioni non sono, si rivelano generalmente poco applicabili, come nel caso del Decreto Dignità e del divieto alla pubblicità che contiene. Insomma, ci si è proprio allontanati dal risolvere una problematica in modo inverosimile: ma quello che si percepisce (sempre per ritornare al populismo) è che l’Esecutivo Giallo-Verde ha fatto qualcosa di estremamente positivo per la cittadinanza! Ma non è così se solo ci si mette a pensare a tutte quelle risorse impiegate in quelle aziende che si occupano di gioco e che sono costrette a chiudere a causa di questo provvedimento “insensato”, poiché non ha guardato a tutte le sfaccettature ed agli interessi di tutti i protagonisti del gioco: apparentemente ha solo guardato alla ridondanza di questo divieto e si è ottenuto l’effetto che forse il Governo desiderava! Una manifestazione di forza.
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